In un articolo precedente abbiamo provato a spiegarti cosa sia una pompa di calore, come avviene il suo funzionamento, che tipo di vantaggi offre. Ma quante tipologie di pompe di calore esistono in commercio?
Le pompe di calore possono essere classificate a seconda della natura della sorgente fredda e di quella calda, che può essere aria oppure acqua.
Dipende infatti dalla combinazione di questi due elementi legati ai fluidi secondari, la differenziazione dei sistemi di riscaldamento a pompe di calore.
Ma quanti tipi di pompe di calore esistono?
In commercio esistono sommariamente cinque diversi tipi di pompe di calore. Vediamoli brevemente uno per uno.
Queste pompe di calore estraggono energia contenuta nell’aria esterna in modo efficiente e vantaggioso, anche a temperature climatiche sotto lo zero.
Mediamente hanno un costo leggermente più alto rispetto ad altri tipi di sistemi, ma ciò è giustificato dal fatto che sono in grado di generare una potenza notevolmente superiore: circa 20/30 Kw contro i 5/10 Kw.
Permettono di riscaldare o raffrescare la tua casa sfruttando la differenza di temperatura tra ambienti diversi.
Sono composte da due o più unità: una esterna e una, o più, interne all’edificio. All’esterno c’è il compressore, lo scambiatore di calore e la ventola per lo scambio d’aria. All’interno, invece, ci sono i classici “split”, piccole ventole, ed il sistema di canalizzazione dell’aria in tutte le stanze dell’edificio. Parte esterna e parte interna sono collegate da tubazioni nelle quali circola il “fluido-vettore” di calore o di refrigerio
Sono quelle più diffuse e conosciute poiché semplici da installare (a parete, a pavimento, sul tetto).
Prendono il calore dall’acqua di falda e lo cedono all’interno della casa mediante un fluido che scorre all’interno dei termosifoni, radiatori o superfici radianti.
Il presupposto è ovviamente che l’acqua prelevata da un pozzo sia disponibile in qualità e quantità sufficienti e che ci sia l’autorizzazione delle autorità per le acque competenti.
Sono pompe che estraggono calore dall’acqua di falda e lo restituiscono direttamente all’aria interna all’edificio.
Questo tipo di sistema può essere a circuito aperto o circuito chiuso. Nel primo caso prende acqua dalla falda, la “utilizza” per recuperare calore e le reimmette in falda. Nel secondo, invece, viene usato un fluido vettore che, immerso nella falda tramite sonda, recupera calore dall’acqua di falda portandolo in superficie verso la pompa.
Estraggono il calore dal terreno attraverso sonde geotermiche capaci poi di cederlo a un pompa di calore.
Le sonde possono essere interrate a circa un metro e mezzo di profondità, su una superficie ampia, oppure possono andare in profondità nel terreno fino anche a 50-60 metri. Più la sonda va in profondità più è efficiente la produzione di calore.
Sarà poi la pompa a potenziare distribuire il calore agli impianti predisposti consentendo un risparmio del 75% sui costi del riscaldamento.
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